Se non lo ami, non vai da nessuna parte.
E se smetti di guardarlo come lo specchio del tuo stesso essere, è meglio prendersi una pausa di riflessione.
Il lavoro del copywriter è strano: difficile da spiegare, a volte complesso da comprendere, di certo entusiasmante da vivere.
Non c'è un percorso formativo specifico da seguire, più che altro si tratta di assecondare un istinto, che qualcuno chiama talento, che altri chiamano dono... ma per i più sarai "quello che sa scrivere", che ha sempre la frase giusta per i bigliettini di auguri, che da poche informazioni tira fuori fascicoli di parole, che scrive e descrive scene alle quali non ha mai partecipato, o libri che non ha mai letto. Perché, sotto la montagna di parole che ogni giorno un copywriter vede passare per la sua testa (e sulla tastiera), c'è un archivio di emozioni.
Sono le emozioni che fanno la differenza. Riconoscerle, viverle e, con il dovuto allenamento, arrivare a raccontarle, raggiungendo con ogni testo quella famosa cima che spesso sembra solo un miraggio: l'empatia.
"Scrivendo, scegliete le parole comuni; evitare il ditirambo e l'eloquenza – pure, è vero, la poesia è incantevole; la prosa migliore è quella che è più piena di poesia".
Se non ami vivere il brivido costante della pagina bianca; se non ami l'apnea tra i cumuli di parole, alla ricerca di quelle più adatte; se ami scegliere, tra migliaia di segni, le parole più adatte e poi ancora, tra quelle, sceglierne altre; se non ami sentire ogni testo scritto o pensato come una piccola parte di te che, con gelosia e titubanza, doni al mondo... se non lo ami è tosta, non basterà un chiudersi in stanza o scopiazzare qua e là, nella speranza che nessuno se ne accorga.
Ma se lo ami è uno sballo. È crescita, curiosità, ricerca, creatività, energia. È la sola cosa che ti sembra tu possa fare nella vita.