Purificarsi a suon di tamburello
27 marzo 2020 | Persone

Purificarsi a suon di tamburello

Antonio Castrignanò, voce e tamburo de “La Notte della Taranta”, si racconta

by Valentina Chittano
Redazione Metropolitan ADV

Lucia è una bambina di 4 anni e mezzo. A vederla così minuta si pensa subito alla delicatezza di una principessa o comunque al mondo dolce e fantasioso delle bambole. Poi parte il tamburello di Antonio Castrignanò e nelle sue piccole vene si accende un’energia incredibile. Salta, balla, canta le parole del musicista salentino come se ne conoscesse la natura quasi carnale di quei versi e di quelle storie.

 

Non c’è età per la pizzica, non ci sono freni quando il ritmo trasmette un’emozione che va al di là degli strumenti e del momento.

 

Tre aggettivi per descriverti
Determinato, severo (con me), libero, razionale ma sognatore, solitario... basta?

 

Qual è la persona della tua vita che è per te fonte di ispirazione?
Più persone negli anni lo sono state e tutt’ora lo sono. In genere mi ispirano figure e storie legate alla mia famiglia e altre incontrate nella vita e nella musica. 

 

Cosa significa per te suonare il tamburello?
Il tamburo è uno strumento misterioso e rituale che racchiude in sè molti aspetti più e meno complessi della nostra gente e dell’umanità in generale. In più ha una forza millenaria pazzesca. Io, attraverso la musica e l’arte, oltre a comunicare valori in cui credo fortemente, cerco di liberarmi dalle scorie negative e di raggiungere una dimensione emotiva e un benessere interiore, che forse è più vicino al cielo che alla terra.

 

Qual è il potere della musica popolare salentina? Come la descriveresti a chi non la conosce?
Una cascata di acqua sorgente. Rigenerante. 

 

Il fenomeno pizzica quanto conserva oggi della tradizione che lo ispira? O credi che si sia completamente snaturato?
Beh, intanto bisogna distinguere tra la tradizione e lo spettacolo. La tradizione ha tempi ed espressioni che nulla hanno a che fare con lo show. Oggi non è semplice trovare in giro eventi “puri” lontani dall’etichetta, dal radical chic, dalla moda, dalla politica, dal business, ecc. Detto questo però, nonostante tutto, mi accorgo spesso e volentieri che questa musica conserva ancora oggi il suo potere curativo e terapeutico nelle persone che la “partecipano” in qualsiasi contesto.

 

Qual è il brano a cui sei più legato e perché?
Vorrei volare cantato da Uccio Aloisi e Uccio Bandello... se potessi risentirli in punto di morte morirei felice!

 

Quando ti sei accorto che la musica fa parte di te? Come hai iniziato?
Ho sempre saputo di avere “il ritmo” dentro, lo senti. Quello che non sai è se riuscirai a esprimerti attraverso di lui, io sono stato fortunato a fare delle scelte precise. Durante l’adolescenza sono andato da Luigi Chiriatti, ricercatore e musicista di trazione orale, chiedendogli espressamente: “o me ‘mpari lu tamburu o me taiju la manu”. Poche alternative, diciamo. Con il tempo poi ci sono state diverse esperienze e tappe che mi hanno formato, forgiato, incoraggiato, deluso, aiutato a conoscermi, confrontarsi, sperimentare. Ancora ho un sacco di cose da fare e imparare.

 

Il contatto con il pubblico…c’è sempre una grande energia ai tuoi concerti, una vera “corrispondenza di amorosi sensi”. Da cosa dipende? Cosa avverti tu quando sei sul palco?
Da cosa dipende non lo so, forse bisognerebbe chiederlo più a loro che a me. Io sicuramente ho grande rispetto per il pubblico e ho sempre voglia di dimostrarlo con sincerità, restando autentico, proponendo e ricevendo stimoli creativi privi di qualsiasi cliché. 

 

Oltre alla musica, quali sono le tue grandi passioni?
Il calcio, inteso come gioco autentico ed espressione popolare. I viaggi, il cibo, il vino…e qui mi fermerei.

 

Cosa c’è nel prossimo futuro di Antonio Castrignanò?
Intanto abbiamo appena esordito al Forum Grimaldi - Monaco con “Core Meu”, una produzione pazzesca di musica e danza realizzata insieme al coreografo Jean Christophe Maillot e Les Ballets de Monte Carlo, che ha avuto grande consenso di pubblico e critica e che continueremo a portare in tour. Prossime tappe a Dubai per l’expo2020.
C’è poi il tour estivo con i musicisti di sempre a partire dal 12 giugno da Ceglie.
Infine, dopo l’EP Aria Caddhipulina (ponderosarecords) uscito nel 2018 e legato ai brani della tradizione orale, il prossimo ottobre uscirà, anticipato probabilmente da due singoli, il nuovo album ricco di collaborazioni con musica e testi inediti legati a temi sociali e culturali che riguardano la nostra cara Terra.

 

Grazie Antonio e buona musica!
Buona vita e musica a voi. E ci balla la pizzica nu more mai.

 

Articolo apparso su Kamala Magazine, n. 3 Estate 2019 , semestrale gratuito scaricabile  qui

Intervista in collaborazione con TT Events

Foto di Ilenia Tesoro