Testa e cuore
15 aprile 2020 | Persone

Testa e cuore

Le sfide di Francesca Clapcich, velista italiana olimpica

by Daniela Natale
Redazione Metropolitan ADV

Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia. Ma anche una skipper.

 

Proprio queste caratteristiche, infatti, appartengono a Francesca Clapcich, classe 1988, velista italiana olimpica, da qualche mese al comando della Golfo di Trieste.

 

Il coraggio, la giovane triestina, lo sente cucito addosso come una seconda pelle che le fa da scudo nelle giornate sottovento in oceano aperto. E le ha consentito di affermarsi in uno sport che la appassiona da sempre, nonostante quello della vela risulti essere un contesto storicamente “maschile”. «Far parte di un ambiente quasi totalmente maschile non è stato semplice» confessa Francesca Clapcich «ma sono riuscita a ritagliarmi il mio spazio. Forse il limite più radicato, in noi donne in primis, è dato dalla sensazione di dover sempre dimostrare qualcosa in più rispetto ai nostri colleghi maschi per guadagnare la fiducia nei team. In realtà, nello sport come nella vita, sono soprattutto la caparbietà, lo studio e la costanza che ci consentono di affermare la nostra personalità e il nostro valore. Dovrebbero essere sempre i fatti e le azioni a parlare per noi, indipendentemente che si sia uomini o donne».

 

E i fatti disegnano Francesca Clapcich come una velista talentuosa, ma anche altruista, desiderosa di condividere il proprio bagaglio professionale anche – e soprattutto – con altre donne con la sua stessa passione. Ne è un chiaro esempio la recente partecipazione alla Barcolana 2019, la regata più grande del mondo. Un’esperienza unica e peculiare in quanto condotta a bordo della Golfo di Trieste, la barca a vela guidata da 21 donne professioniste provenienti da tutto il mondo. «Il progetto è nato da una visione che ho avuto con Claudio Demartis, General Manager della Barcolana e Furio Benussi, velista triestino pluripremiato. Io volevo creare un team femminile professionistico di alto livello con la possibilità di creare un ambiente per la crescita delle più giovani. Dopo aver partecipato a due olimpiadi (Londra 2012 e Rio 2016) e a una Volvo Ocean Race ho sentito il bisogno di riuscire a “dare” qualcosa alle più giovani e offrire una piattaforma con la quale potevano imparare e “rubare con gli occhi” le capacità delle professioniste a bordo. La barcolana» continua la velista «è stata la nostra prima regata insieme e dovevamo ancora conoscere la barca, il poco vento dei giorni precedenti non ci ha permesso di allenarci molto e abbiamo pagato delle scelte di vele. Ma l’esperienza è stata comunque altamente formativa, ci ha permesso di consolidare il gruppo e vivere l’emozione di una regata storica».

 

Infatti, l’occasione per potersi far valere, si è subito presentata con la XII edizione della Veleziana: «La settimana dopo la partecipazione alla Barcolana, eravamo di nuovo in mare per competere alla Veleziana 2019, tra le oltre 250 imbarcazioni a vela in gara. Per la prima volta ho vissuto l’emozione di condurre la barca da skipper ma, soprattutto, ho assaporato la gioia di una vittoria che è stata un successo del gruppo, raggiunto grazie alla determinazione di ciascuna di noi e alla professionalità che contraddistingue il team. La Golfo di Trieste ha tagliato il traguardo al primo posto, conquistando la line honours e la vittoria assoluta».

 

Testa e cuore fanno di Francesca Clapcich una sportiva di alto livello.
La fantasia completa il carattere di un’atleta impavida, sempre pronta ad accogliere nuove sfide e a viverle fino in fondo. Ne è un esempio la partecipazione per la prima volta, lo scorso anno, alla regata Volvo Ocean Race con passaggio di Capo Horn, a bordo della Turn the Tide on Plastic: «È stata un’esperienza incredibile, forse l’esperienza più dura della mia vita e allo stesso tempo formativa, sia a livello umano che sportivo: la VOR è spesso descritta come l’evento sportivo professionale più lungo e difficile del mondo per gli appassionati di vela e rientra nei tre eventi sportivi più importanti, insieme alle Olimpiadi e alla Coppa America. Nell’edizione 2017 – 2018 ho fatto parte dell’equipaggio misto della Turn the Tide on Plastic, guidata dalla britannica Dee Caffari. 

 

Negli otto mesi di gara il team ha sostenuto e promosso la campagna “Clean Seas: Turn the Tide on Plastic” delle Nazioni Unite per l’ambiente, amplificando il messaggio sull’emergenza ambientale a livello globale e sensibilizzando gli appassionati della regata, sportivi e non, ad adottare uno stile di vita sostenibile». 

 

L’equipaggio del Golfo di Trieste è noto sul web anche come “Wind of change sailing” e, conoscendo da vicino le professioniste del team, sembra proprio che il vento del cambiamento soffi forte sul loro viso e gonfi la vela dell’imbarcazione che governano. Qualcosa nello sport, nella cultura e nell’attenzione al pianeta sta cambiando anche grazie a queste donne: che il vento continui così, a soffiare nella giusta direzione, per trasformare le intenzioni in azioni concrete.

 

Articolo apparso su Kamala Magazine, n. 4 Dicembre 2019 , semestrale gratuito scaricabile qui

Foto di Benedetta Pitscheider