Ma quante stories!
25 gennaio 2021 | Social media marketing

Ma quante stories!

In crescita l'interesse su tutte le piattaforme social

by Raffaella Calso
Redazione Metropolitan ADV

Immediate, mutevoli, volatili. Quasi impalpabili eppure così attraenti.

Perché, come detto dall'eperta di social media Ana Gotter, «la natura temporanea del contenuto crea un senso di scarsità che spinge gli utenti a voler rimanere aggiornati. Ecco perché sono una fonte di maggiore visibilità per le aziende».

L'interesse per le stories è in crescita su tutte le piattaforme social: su Instagram più di 500 milioni di utenti ne fanno uso quotidiano e anche le aziende sembrano non poter più fare a meno della comunicazione mordi e fuggi. Il contatto con il cliente (o potenziale tale) è di certo più immediato, ma a scapito della fruizione del contenuto che - di conseguenza - è molto distratta. Un'indagine di Social Insider parla di qualcosa come settecentomila stories provenienti nel 2020 da 6.602 profili aziendali. 

Ma le stories servono alle aziende?

Si, se oltre gli effetti speciali dell'aggancio iniziale si riesce a trattenere l'utente, incuriosendolo con un profilo social curato, traghettandolo verso il sito web istituzionale e trasformandolo - magari - in un cliente. E se si è in grado di garantire sempre buona qualità dei contenuti e costanza nella pubblicazione degli stessi.

No, se oltre le stories non c'è di più, quindi non c'è un'azienda disposta a "curare" il contatto acquisito con delle strategie di marketing adeguate. E se l'approccio è del tipo: "Buttiamoci dentro tutto tanto durano 24 ore e poi lo fanno tutti, perché io no?"

Nel loro essere così evanescenti, anche le stories hanno una loro sintassi, una loro utilità concreta e molte potenzialità ai fini della riuscita di una buona strategia di marketing digitale. Stories per molti, quindi, probabilmente non per tutti. Ma questa è tutta un'altra story.

 

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