Luchadora è una visual artist a tinte forti, la cui matita non le manda a dire. Forme nette, eccessive e sinuose attraversano con disinvoltura le sue opere, catalizzando lo sguardo di chi inciampa, anche per caso, in un suo disegno. La sua creatività a tutto tondo non si è lasciata intimorire dall’improvviso boato generato dalla pandemia, anzi: ne ha fatto linfa vitale e inedita per lo sviluppo di nuovi progetti.
Qual è l’illustrazione realizzata in questo anno di pandemia che più ti rappresenta o che rappresenta meglio lo stato d’animo che provi o hai provato?
“Into the wild at home” (foto 1) è un’illustrazione che ho fatto dopo il primo mese di lockdown; in quel periodo stavo rappresentando tanti soggetti e situazioni che cercavano di farmi scappare di casa restandoci, ma questa figura femminile pacata, composta, che provava a fuggire da questa strana realtà con grande grazia mi tranquillizzò.
A lei seguì il poster “HOPE” (foto 2) che cercava di celebrare ulteriormente le buone intenzioni.
C’è un tuo progetto nato da un input avuto dalla pandemia?
A giugno 2020 le ragazze di CHEAP mi hanno coinvolto in un progetto bellissimo, che si chiamava “La lotta è FICA”, e poneva l’accento sulla questione della donna. Era composto da 25 poster realizzati da altrettante artiste e installati sulla centralissima Via Indipendenza a Bologna. Ideatrice e curatrice dell’operazione è CHEAP, il progetto di public art con sede a Bologna fondato nel 2013 da sei donne: “La lotta è FICA” è il suo primo intervento realizzato dall’inizio del lockdown ed è significativamente stato scelto per sottolineare quanto il femminismo sia un’attività essenziale. (Foto: Michele Lapini)
Strano a dirsi, dunque, ma per Luchadora non ci sarà una ripresa in questi mesi che invitano il Paese alla ripartenza, per il semplice motivo che mai la sua creatività ha subito un arresto. E la sua resilienza artistica lancia un messaggio chiaro anche a chi non appartiene al mondo delle arti visive: guardare la realtà con occhi diversi, vedendo o anche solo immaginando un mondo Altro, consente di elevarsi, di nutrirsi di qualcosa di bello, nuovo e variopinto...anche in assenza di colori.
Articolo apparso su Kamala Magazine, n. 5 Giugno 2021, semestrale gratuito scaricabile qui